Manufatti sono immagini finalmente ricongiunte alla loro dimensione di oggetto. Ricollegandosi ai pezzi d’arte che circolavano il mondo prima della diffusione della pittura su tela, trovano un rapporto meno mediato, più diretto, nel senso di «portare con sé» l’opera, curarla. Essi presuppongono, cioè, una chiamata alla cura come curatela.

L’immagine non è facilmente riducibile ad un singolo impulso retinico; è, bensì, una moltitudine di riflessi colorati e l’un l’altro incoerenti della luce. Ognuno di essi ha la medesima dignità di apparenza in quanto tutti tanto concreti, poiché generati dalla stessa materia, quanto ineffabili per la loro peculiare sensibilità alla luce, al riflesso e all’angolo di visione. 

Manufatti sono opere inguardabili. Esse testimoniano un’inguardabilità d’insieme pur nell’unità materiale. Ogni oggetto contiene in sé il segreto della propria trasformazione. Non v’è alcuna informazione, solo presenza in metamorfosi. In questa serie si edifica il forno alchemico.